Storia del Comune

"Baucina"
Le notizie storiche su Baucina non sono numerose e in genere si limitano a registrare alcuni sporadici eventi. Una questione ancora aperta è quella relativa all’origine e all’evoluzione del nome: Baucina, Baugina, Balchina, Balcina, Bocina.  

Una probabile provenienza del nome, secondo l’interpretazione di Mons. Salvatore Maria Varisco, può farsi risalire al greco: da “baucos” che significa fertile e “ininion” nuca o declivio, per cui Baucina potrebbe significare declivio fertile.

Una seconda interpretazione, che si basa su un’approfondita ricerca condotta da Fra Diego Ciccarelli, conferma la tesi di Girolamo Caracausi, il quale riferendosi a Baucina dice: “il cui nome è di origine oscura”, sostenendo dunque l’impossibilità di risalire ad una provenienza certa del nome con le sole informazioni ad oggi conosciute.
Il primo documento che attesta la nascita ufficiale del paese come centro abitato risale all’8 luglio 1624, anno in cui il principe Emanuele Filiberto di Savoia, allora viceré e capitano generale di Sicilia, concesse la “licentia habitandi” e il mero e misto impero al Marchese Mariano III Migliaccio.
In realtà, dai reperti archeologici ritrovati nelle aree del Monte Falcone e del Monte Carrozza (i due colli che sovrastano Baucina) si può desumere che il territorio fosse stato popolato già prima di questa data, come risulta dalla datazione dei reperti più antichi riconducibili all’età arcaica, classica ed ellenistica. 
Probabilmente un insediamento indigeno ellenizzato doveva svilupparsi in entrambi i colli, rispetto ai quali in posizione mediana e periferica si trovava l’area della necropoli, occupando così un’area difendibile e strategicamente importante per il controllo del territorio e delle vie di comunicazione.
Di notevole interesse appaiono anche i ritrovamenti di alcune sepolture contenenti resti umani con il viso rivolto a sud e sud-ovest che potrebbero indicare una successiva presenza araba nel territorio.

 

Il feudo di Baucina appartenne all’Abbazia di S. Spirito fino al 1516, anno in cui fu ceduto all’Ospedale Grande di Palermo, che nel 1524 ne affidò il “dominio utile” al Barone Antonio Ventimiglia, appartenente alla famiglia che allora aveva la signoria di Ciminna. 
Nel 1535 Antonio Ventimiglia donò il feudo alla figlia Elisabetta, sposata con don Mariano Migliaccio, barone di Montemaggiore e avo dell’omonimo Migliaccio precedentemente citato.
A due anni dalla fondazione, nel 1626, Baucina venne elevata a principato da Filippo IV re di Spagna e di Sicilia. Di conseguenza Mariano Migliaccio divenne principe di Baucina. (Vedi note tratte da “Sicilia Nobile” di Francesco Villabianca)
La popolazione del nuovo centro abitato nei primi anni della sua fondazione contava circa 65 “fuochi” (unità familiari) e 255 “anime” (abitanti) e poté assistere alla contemporanea costruzione dell’attuale chiesa madre, sin da allora dedicata a Santa Rosalia.


Realmuto Francesco e Torina Maria

Bibliografia:

  • Ciccarelli D., Dalla masseria al Principato

Per commemorare la fondazione di Baucina nel 1987 il sindaco Giuseppe Giaccone e il consiglio comunale deliberarono l’istituzione dell’anniversario di fondazione di Baucina da festeggiarsi l’otto luglio giorno della concessione della “licentia populandi” al principe Migliaccio.

I primi abitanti di Baucina
Le prime notizie storiche sugli abitanti di Baucina risalgono agli anni 1655-56 e derivano dai “Riveli” di quegli anni del Tribunale del Regio Patrimonio. Da questi dato si desume che dei primi baucinesi ( 92 famiglie ) solo 5 famiglie erano del luogo. Le altre provenivano da vari paesi più o meno vicini: Ciminna, Caccamo, Montemaggiore, Palermo e addirittura da Messina.

Baucina nel Settecento
Il Settecento è stato un secolo ricco di avvenimenti per Baucina, tra cui la venuta nel febbraio del 1789 del corpo di Santa Fortunata di cui tratteremo meglio più avanti. Ma tanti altri furono gli episodi di rilievo di una comunità che stava compiendo i primi passi e cominciava ad organizzare la propria vita civile e soprattutto religiosa.

  1. Nel 1700 fu edificata la chiesa del Purgatorio sotto il titolo di San Gregorio Papa.Jacopo Calderone
  2. Nel 1745 fu edificato il collegio di Maria Santissima del Lume a spese del Reverendo Francesco Cammarata, oriundo di Ciminna ma abitante a Baucina dove ricopriva il ruolo di Vicario Foraneo. Nella realizzazione del collegio di Maria un valido contributo fu dato pure dalla sorella del Vicario, donna Dorotea Cammarata. Il collegio di Maria ebbe molti meriti verso la popolazione del paese, perché le suore insegnavano alle ragazze che lo frequentavano i lavori femminili, il ricamo, il cucito, la buona tavola, le buone maniere, i primi rudimenti della dottrina religiosa. E dal momento che alcune suore erano maestre nei locali del collegio nascevano le prime classi della scuola elementare. Nel teatrino del collegio spesso erano rappresentate delle commedie o delle vite dei santi. Per tutti questi servizi il Municipio di Baucina pagava una retta al collegio. La prima Madre Superiora del collegio fu Maria Anna Cammarata.
  3. Nel 1749 fu edificata la chiesa dell’Immacolata Concezione a spese della Compagnia del terzo ordine secolare con il contributo delle offerte dei fedeli ed il valido contributo dei sacerdoti Francesco Mauro e Girolamo Puzzo di Termini Imerese.
  4. Il paese, con l’annesso territorio, fu comprato nel 1760 dal Barone Francesco Calderone che lo acquistò dalla famiglia dei Migliaccio. Il Barone Calderone spese per l’acquisto del Stemma Famiglia Calderonecomune novantamila scudi.
  5. Nel 1764 si realizzava la chiesa Madre, ad una sola navata, mentre era Arciprete il sacerdote Onofrio Russo di Marineo. Per la consacrazione della chiesa si fece grande festa con l’intervento dei parroci dei paesi vicini e di molto clero. 
  6. Nel 1772 il Sacerdote Alfio Caruso di Massalucia fece scolpire a sue spese la statua di Maria SS. Addolorata, che giunta in paese distribuì innumerevoli grazie a paesani e stranieri. Lo stesso don Alfio Caruso fece pure realizzare, sempre a sue spese, la cappella dell’Addolorata, l’unica in stile barocco, ed il pavimento della chiesa del collegio.

 

La rivoluzione in Baucina del 1775
Che vi sia stata una rivoluzione in Baucina nel 1775 lo sappiamo da una lettera anonima scritta contro il sindaco Francesco Badami che allora non godeva di eccessive simpatie presso i suoi amministrati. In questa lettera anonima non è però detto chiaramente cosa sia successo in quell’occasione. Certo è che ci fu una rivolta contro il Barone Calderone promossa per l’istigazione di un certo mastro Domenico Badami, padre del sindaco Francesco. Nella citata lettera anonima si dice che il figlio era “pestifero germe degno delle pessime radici paterne.” Pare che per istigazione di mastro Domenico Badami e di altri facinorosi vi sia stata una turbolenta rivolta con grandi schiamazzi e urla del popolo baucinese che gridava riversandosi per le strade del paese: “ abbasso i prepotenti”. Oppure “abbasso i baroni”. Tutto questo malcontento nasceva dal fatto che i baucinesi volevano che fossero aboliti tutti i privilegi baronali, le cosiddette “angherie medievali” e tutte le tasse ( poche in verità) che ancora si pagavano a favore del povero barone, e cioè le tasse per l’acqua, per le strade, per i posti di case e le varie dimore di proprietà baronale date in affitto.

I fatti del 1820
Don Diego Nuccio così espone i fatti successi in Baucina il giorno 13 luglio del 1820. “ Appena furono palesi i disordini occasionati nella città di Palermo, Giuseppe La Barbera fu Giuseppe ed altri rivelarono le loro intenzioni fino al fomento di una vera insurrezione che ebbe mascherato lo scopo di buon ordine e tranquillità ottenendo l’appoggio di persone di pubblica autorità. I rivoltosi, guidati da la Barbera, armati di fucile si condussero ad assalire la casa del supplicante Pietro Nuccio, obbligandolo con minacce non solo alla consegna di tutto il denaro in suo possesso ma anche alla consegna di tutti i mandati di spedizione che lo stesso teneva. Da lì i rivoltosi si avviarono verso la casa del cancelliere comunale in cui penetrarono con la forza trafugando le carte che lì erano custodite che furono date alle fiamme nella pubblica piazza.” Due anni più tardi, nel 1822, il sindaco di Baucina certificava che l’intero archivio comunale era stato distrutto, compresi i libri di contabilità. 
Il Notaro Giuseppe Antonio Pittalà così commentava in un pubblico atto quei fatti accaduti: “…tutto questo perché i baucinesi non volevano pagare le tasse e pensavano che bruciando le carte comunali tutto era risolto.

La vita politica dopo il 1812
Il 18 giugno 1812 il Parlamento, facendo seguito ad un Decreto Regio, approvava la Costituzione che proclamava solennemente l’abolizione della feudalità. Così la Sicilia passò, come annota il Marrone, da un tipo di organizzazione politica ed economica di derivazione feudale ad una fondata su principi costituzionali e sul liberismo economica. I siciliani perciò cessarono di essere vassalli e diventarono liberi cittadini, , mentre baroni e principi divennero a pieno titolo i proprietari dei loro feudi. In pratica, cosa cambiò ? I quattro giurati che vi erano in ogni paese furono sostituiti da altrettanti magistrati municipali, talvolta chiamati solo municipali. Il 1 gennaio 1818 entrò poi in vigore la riforma dell’amministrazione pubblica in Sicilia, e agli antichi magistrati di nomina baronale subentrarono il Decurionato, il Sindaco, i I eletto, il II eletto. Il Decurionato costituiva l’organismo di rappresentanza del comune e corrispondeva più o meno all’attuale Consiglio comunale. Per i comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti era prevista una rappresentanza di otto decurioni, come avvenne per Baucina. Il numero degli eleggibili allora era molto ristretto, perché erano dichiarati eleggibili gli abitanti che avevano una certa proprietà non inferiore a quella stabilita dalla legge. Mentre per i maestri, ossia coloro che esercitavano un’are o un mestiere, bastava una proprietà minore. La massima autorità del paese era quella del Sindaco che veniva eletto dalla intendenza di Palermo, dietro la segnalazione del Decurionato, dell’Arciprete e del giudice. Gli stretti collaboratori del sindaco : il I eletto e il II eletto. Il I eletto si interessava dei preposti al pubblico servizio e all’annona. Mentre il II eletto aveva responsabilità dello stato civile, una volta curata dalle parrocchie e poteva sostituire il sindaco in caso di malattia o di altro impedimento.
Il sindaco e gli altri eletti duravano in carica in media per tre anni, salvo casi contrari come più volte capitò a Baucina. Potevano però essere confermati per mancanza di altri elementi capaci disponibili, quindi in I dcaso di utilità o di pubblica necessità.
ecurioni invece duravano in carica quattro anni e non potevano essere riconfermati senza un intervallo di due anni tra un mandato e l’altro.
I nuovi eletti entravano in funzione il 1 settembre. Ogni anno si rinnovava un quinto dei Decurioni.
Fra i dipendenti del comune vi erano: il cassiere, il cancelliere e il segretario. A questi venivano affidati, sotto la personale responsabilità: l’ufficio, l’archivio e il suggello del comune, come anche la compilazione degli atti che loro spettava di ufficio. 
Baucina non dipendeva direttamente dall’intendenza di Palermo, ma dalla sottointendenza di Termini Imerese: cosa strana, perché mentre Palermo era il centro più vicino e meglio collegato sia per Baucina ce per Ventimiglia e Villafrati, per raggiungere termini bisognava un fiume che era privo di ponte ed inoltre la strada molto accidentata era percorsa solo in estate.
Da ciò molti ricorsi da parte delle amministrazioni locali di Baucina che si succedevano nel tempo, per poter avere, come diretto superiore l’intendenza di Palermo. La questione fu risolta all’inizio del 1900 in seguito ad una proposta avanzata in Parlamento a Roma dal Senatore Camillo Finocchiaro Aprile, dietro una clamorosa perorazione fatta dall’avvocato Giuseppe Traina Oddo. Solo allora i comuni di Baucina, Ciminna e Ventimiglia furono aggregati alla prefettura di Palermo e tolti definitivamente dalla sottoprefettura DI Termini Imerese. 
Riguardo poi al circondario per le politiche interne, mentre prima Baucina dipendeva dal circondario di Termini Imerese e poi di quello di Caccamo, nel 1882 lo troviamo inserito in quello di Corleone. Non ne conosciamo il motivo, però è certo che raggiungere Corleone era molto più difficile che recarsi a termini o a Caccamo, specialmente prima della costruzione del tratto di ferrovia Palermo- Corleone.
Ogni volta che si votava per il rinnovo dell’amministrazione comunale si presentavo tre liste, presentate dal sindaco in carica, dal parroco e dal giudice. Su queste la sottointendenza di termini Imerese sceglieva che riteneva più ligio alla monarchia, per cui venivano sempre scartati i patrioti (come un certo Ignazio Varisco), i carbonari, gli appartenenti a società segrete e i delinquenti comuni.
Una volta eletti, tutti, decurioni e sindaco, dovevano promettere fedeltà a Sua Maestà il Re, tendendo la mano sul libro del vangelo. 
Questa era la prassi, ma capitò spesso che alcuni eletti non vollero entrare in carica né prestare giuramento al Re.

Notizie sull’amministrazione comunale
Le prime notizie riguardo le amministrazioni civili di Baucina risalgono al 14 settembre 1800. quando il Decurionato scrive all’arciprete e per conoscenza alla Curia di Palermo di avere eletto come cappellano Sacramentale della chiesa Madrice di Baucina il Sac. Don Leonardo Maria Manfrè. Un’altra notizia del 18 luglio 1801 riguarda la stessa comunicazione 
data alla sottointendenza di Termini.
Le prime notizie del Decurionato risalgono al 21 febbraio 1813. Da esse apprendiamo che il Decurionato del comune, il cui numero era di otto unità, “si riunisce oggi in numero legale, di sopra nella sala delle sue ordinarie sedute sotto la presidenza del Sindaco.” I decurioni intervenuti erano: Antonino Cecale, Francesco Facella, Domenico d’Ambrogio, Giovanni Manfrè, Antonino Tantillo di Francesco e Antonio Campanella. Mentre risultavano assenti perché impegnati: Antonio Aglialoro e Francesco Abbruscato. In quella seduta, per la cronaca, i decurioni approvarono la nomina del Sacerdote Antonio Salanitri come cappellano della chiesa di San Gregorio. 
 

PERSONAGGI ILLUSTRI RELIGIOSI

FRA MARIO da Baucina ( al secolo Di Falco Agostino)
Nacque a Baucina il 22.09.1921 fu u oumo semplice come S. Francesco , saggio e paziente specialmente con i piccoli.
Morì il 22.10.1988.

Padre Illuminato da Baucina ( al secolo Francesco Guarino)
Nacque a Baucina il 04.02.1895 il giorno dopo fu battezzato e fu imposto il nome di FRANCESCO.
Dopo la scuola elementare entrò in seminario . all’età di 15 anni fece entro nella famiglia Francescana e nel 1922 fu ordinato sacerdote .
Fu un grande uomo e rivestì diverse cariche, come Ministro Provinciale e Superiore Generale , Commissario di Calabria.
Morì a Palermo il 13.05.1955 a Lui venne dedicata una Via” salita Padre Illuminato da Baucina”.  


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