Ambiente e Natura

Progettare percorsi naturalistici ed archeologici nel Comune di Baucina
(Distretto turistico della Costa Normanna)
(Giuseppe Giaccone)

Introduzione

La Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 20 ottobre 2000), firmata dagli Stati della CE, definisce il paesaggio terrestre “…una determinata parte del territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”..
Nella definizione di paesaggio entrano sempre due componenti: la componente fisica formata prevalentemente dalla geomorfologia del territorio e la componente biotica formata dalle comunità vegetali e animali stanziate in siti con elevata naturalità o in contrade modificate dall’agricoltura e dall’allevamento. Ma per la percezione del paesaggio è necessaria una terza componente: quella dell’osservatore caratterizzato da diversità culturale, da differenti fasce di età e di stati d’animo. Nei manuali di Ecologia del Paesaggio il primo documento letterario che descrive la percezione del paesaggio è inquadrato nella cultura dell’Umanesimo europeo. Francesco Petrarca, infatti, in una lettera scritta nel 1336 al suo consigliere spirituale Padre Dionigi da Borgo San Sepolcro (Familiares IV, 1.), descrive la sua salita insieme al fratello sul Monte Ventoso presso Avignone e la sua scoperta della percezione del paesaggio naturale che lo circonda o che immagina, come un’armoniosa presa di coscienza del rapporto dell’uomo con la natura nella dimensione non solo estetica e sentimentale, ma soprattutto spirituale nel progetto di Dio che li sostiene entrambi. In questa lettera vi sono due elementi utili per lo studio dell’Ecologia del paesaggio: la popolazione degli osservatori può anche essere fatta da uno o due persone, come avviene nelle passeggiate turistiche, e la componente naturalistica geomorfologica e biocostruita può anche non essere percepita in tutte le sue parti dall’occhio, ma in parte anche immaginata, utilizzando visioni memorizzate in precedenza. Petrarca ed il fratello pur essendo sul Monte Ventoso avevano in mente, infatti, i paesaggi dei Pirenei, delle Alpi, delle campagne e delle città a loro familiari.
La storia geologica del territorio di Baucina ha generato un paesaggio collinare e montuoso articolato nell’uso storico del territorio in contrade collegate da una antica e suggestiva rete viaria: le trazzere, alcune delle quali “le regge trazzere” mantengono ancora efficaci funzioni sia per l’uso produttivo del territorio sia per la fruizione turistica a piedi o con fuoristrada.
Percorrendo questa rete viaria rurale si possono incontrare alcuni geositi che in parte hanno anche emergenze naturalistiche di flora e di fauna selvatiche. Inoltre lungo queste trazzere si possono trovare antichi insediamenti umani che vanno dall’epoca preistorica, al periodo greco e romano con resti più recenti bizantini, arabi e normanni.

I progetti di percorsi turistici si possono articolare in quattro realtà territoriali:

  1. Il geosito della “Formazione Baucina”, noto nella letteratura geologica scientifica, costituito dalle colline di Monte Falcone, Carrozza e Malamoneta. Monte falcone
    Si tratta di scogliere di un mare antico (15-20 milioni di anni fa) dove è possibile trovare fossili (banchi di ostriche) marini e osservare lembi di spiagge fossili con ciottoli piatti aggregati da sabbie grossolane. Sul Monte Falcone ogni anno si radunano in una sosta di migrazione i Falchi Pellegrini in transito dall’Africa verso l’Europa e si possono osservare anche concentrazioni di alcune centinaia di questi rapaci. In questa formazione si trovano antiche cave utilizzate per costruire le chiese e le case del centro abitato, ma anche per scolpire statue e fregi architettonici del barocco siciliano (anche nella città di Noto). La calcarenite, infatti, è ricca di sabbia quarzifera che la rende resistente al degrado delle piogge acide. Su queste colline vi è una necropoli con tombe che vanno dal periodo Sicano a quello Greco e fino all’Arabo-Normanno.
  2. Il geosito della “Formazione Terravecchia” è formato da contrade con paesaggio ondulato tipicamente di colore rossastro per la presenza di quarzareniti ricchi in ossidi di ferro e di alluminio. Questa formazione è conosciuta anche come “ficilignu” e dà il nome ad una contrada. I contadini, infatti, zappando questi terreni osservavano frequenti scintille (fecit ignem) quando si colpivano i grossi ciottoli sparsi nel terreno. Si tratta di un’antica fiumara di origine africana che ha drenato le formazioni del Sahara da Scillato fino a Salemi. I ciottoli arrotondati venivano usati per fare il selciato delle strade e delle piazze, mentre le parti più fini venivano modellate per costruire le pietre “mole; per arrotini e artigiani. Le formazioni più evidenti formano la collina di Cangialosi (Cozzo Finocchiaro) e le contrade Rini, Fruscillo e Ficilignu dove si trovano insediamenti di epoca medioevale.
  3. Il geosito della “Formazione gessoso-solfifera” che interessa il Bivio Balatelle e le contrade Margio, Chiarello e Torre è formato dai resti dei “Laghi Mare” originati dall’evaporazione di bacini marini alla fine dell’epoca terziaria. Il paesaggio è molto suggestivo con formazione di doline e di fenomeni carsici con torrenti sotterranei che alimentano sorgenti di acqua amara. Antiche cave di gesso costellano il territorio ricoperto da una vegetazione dominata dai cespugli bianchi di Artemisia e da numerose orchidee selvatiche. Le cavità naturali proteggono una ricca fauna di pipistrelli, conigli, volpi e istrici. Resti di torri di guardia e di vecchi mulini ad acqua si trovano tra Baucina e Villafrati lungo una trazzera percorribile anche in macchina.
  4. Il geosito dei ”Monti di Calamigna”, una formazione mesozoica (dal Carnico al Cretaceo) di roccia carbonatica e dolomitica di Facies Imerese che si innalza fino a 1250 metri e ospita vari insediamenti per l’allevamento animale, i resti di un villaggio preistorico a Montalbano e di una necropoli araba nel vicino territorio di Traversa (Comune di Ventimiglia). Sul Pizzo dell’Aquila nidifica ancora l’Aquila del Bonelli e sui contrafforti di Montalbano nidifica il Gufo reale ed altri rapaci notturni e diurni. Questo versante della montagna fa parte di una Riserva Regionale gestita dalla Forestale. Il detrito di falda della montagna forma la Contrada Suvarita (Sughereta) che ospita lembi di bosco misto con querce da sughero, ma anche con lecci e querce di Virgilio. Una lunga e panoramica trazzera (la Via San Marco) costeggia la montagna ed un’altra (la Via Reggia) la collega alle colline di Tumminia.

Una fitta rete di torrenti attraversa le quattro formazioni con una copertura di vegetazione ripariale ancora caratterizzata da buona naturalità con prevalenza di salici neri, di pioppi e di querce. Questi torrenti formano una vera rete di connessione ecologica tra le quattro formazioni permettendo ad una ricca fauna terrestre e volatile di spostarsi su tutto il territorio.

 

Considerazioni conclusive

Il progetto dei percorsi turistici sopra elencati prevede la elaborazione di guide turistiche corredate da cenni storici sulla presenza dell’uomo in questi siti e nel centro abitato, da cartine topografiche, foto paesaggistiche, foto delle emergenze naturalistiche della flora e della fauna e dei siti archeologici. Un documentato testo illustrerà la toponomastica, gli insediamenti di turismo rurale, gli insediamenti di ristorazione ed alberghieri, le sorgenti rurali, ma anche la storia geologica articolata nella geomorfologia e nella paleontologia. La flora e la fauna dei vari siti sarà illustrata nelle sue componenti essenziali come elementi preziosi della biodiversità conservata da una cultura rispettosa del patrimonio naturale presente nelle varie contrade. I percorsi nei quattro geositi possono essere integrati con varianti lungo i principali corsi d’acqua o lungo i viottoli della viabilità rurale minore (in confronto con quella delle trazzere). La stesura di guide per questi percorsi turistici prelude alla formazione di guide naturalistiche che possono incrementare anche l’ippoturismo, vista la presenza sul territori di insediamenti di allevamento di ovini, bovini ed equini. L’occupazione giovanile e la rivalorizzazione degli edifici rurali possono essere considerati gli obbiettivi di questi progetti per realizzare percorsi turistici anche allo scopo di promuovere l’educazione ambientale per creare la cultura atta a promuovere un modello sostenibile dello sviluppo e che favoriscano gli scambi culturali ed economici tra il mare e l’entroterra del Distretto turistico della Costa Normanna.

Giuseppe Giaccone

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